mercoledì 17 settembre 2014

3 GIUGNO 2014 – T. Monk - Round Midnight – Chirico Flavia




Round Midnight  è considerato a tutt’oggi uno standard jazz, composto da Thelonious Monk, Cootie Williams e Bernie Hanighen. Si tratta di uno degli standard più noti ed eseguiti in assoluto, e secondo molti interpreti anche uno dei più difficili, sia per la bellezza e la difficoltà espressiva del tema, sia per l'insolito giro armonico. Non sono rare le esecuzioni in cui la parte improvvisata è omessa e il brano viene eseguito quasi come una composizione classica. La composizione è datata 1944 e si pensa che sia stata scritta nel 1940 o nel 1941. Il pezzo fu registrato per la prima volta nel 1944 da Bud Powell al piano: Round Midnight finì poi per diventare la sigla dell'orchestra. Poco dopo Bernie Hanighen scrisse le parole. Monk registrò il pezzo più volte in prima persona nel corso di molti decenni, pare iniziando con una registrazione con l'orchestra di Dizzy Gillespie nel 1946. Gillespie aggiunse un'introduzione e una cadenza finale (con variazioni) che furono poi adottate anche da Monk e vengono oggi eseguite nella maggior parte delle performance. Esistono poi molte altre registrazioni in studio tra cui una versione solistica del 1968 per la Columbia Records. Monk suonò questo pezzo (ancora in versione solistica) nella sua ultima sessione in studio il 15 novembre del 1971 a Londra. Miles Davis suonò il brano nel 1955 al festival di 


a Newport che segnò il suo emergere da un periodo di quasi silenzio e risvegliò l'interesse del pubblico e della critica. Davis passò alla Columbia l'anno successivo e il suo primo album fu intitolato 'Round About Midnight e aveva 'Round Midnight’ come primo brano. Altre registrazioni di Davis che includono 'Round Midnight’ sono su Miles Davis and the Modern Jazz Giants (Prestige) nel 1956, oltre a una versione del 1953 (sempre Prestige, con Sonny Rollins e Charlie Parker) e una del 1958 con Michel Legrand. Davis tenne la canzone in repertorio almeno fino al 1969, quando, aveva ormai abbandonato tutti gli altri standard che lo avevano reso famoso, come My Funny Valentine. Al di là dei protagonisti dell'era hard bop che l'ha originato, si può dire che nessun musicista jazz abbia evitato di 

confrontarsi con questo brano: alcuni - specie tra i pianisti - ne hanno fatto una parte integrante delle proprie performance (ad esempio George Cables). L'esecuzione standard è a tempo molto lento, con un andamento libero, che si presta a molte variazioni ed abbellimenti, soprattutto nelle esecuzioni pianistiche. La tonalità è minore e l'andamento del tema presenta numerosi cromatismi che producono gli effetti di scordatura tipici delle composizione di Monk. La frase è completata da una coda discendente e questo motivo di due battute viene ripetuto 3 volte (con variazione della coda) trasponendolo di un intervallo di quarta ascendente. La parte A si chiude con una cadenza discendente che (nel ritornello) risale alla tonica. La parte B è costituita dalla ripetizione antifonale di un motivo di due battute seguito ancora da due cadenze discendenti. Dal punto di vista armonico, la parte A si basa su una progressione i - vi - ii7 - V7 seguita da una sequenza i-IV e una modulazione discendente che sottolinea l'andamento del tema e porta ad un breve cambio alla tonalità della sottodominante (la sequenza Sib-7 Eb7 che allude a una progressione ii-V7-I di Lab). Dopo una breve escursione in Solb viene reintrodotta la tonalità principale seguita da una nuova modulazione discendente. La sezione B inizia con una progressione vi7(b5)-II7-V7 ripetuta due volte e seguita da una sequenza ii-V7-I nella tonalità di Solb maggiore, seguita da una serie di accordi coloristici che riportano alla reiterazione della parte A.






Thelonious Monk Quartet - Round Midnight



Ella Fitzgerald - Round Midnight



Sarah Vaughan - Round Midnight - 1987



Bill Evans - Round Midnight



Michel Petrucciani - Round midnight


Thelonious Sphere Monk nasce a Rocky Mount, il 10 ottobre del 1917 e muore a Weehawken, il 17 febbraio del 1982; è stato un noto pianista e compositore statunitense, conosciuto per il suo singolare stile d'improvvisazione e per il consistente contributo offerto al repertorio del jazz. Monk ha iniziato la sua carriera come pianista stride, e dal 1939 al 1942 ha suonato come house-pianist nel locale Minton's, dove il chitarrista Charlie Christian, il batterista Kenny Clarke e parecchi altri precursori hanno gettato le basi del jazz moderno. Durante la permanenza nella big band del trombettista ex ellingtoniano Cootie Williams scrive 'Round Midnight’, a oggi la sua più famosa composizione. Dopo aver militato nella formazione del trombettista Harvey Davis al Cinderella Club, nel 1944 debutta ufficialmente su disco nel quartetto di Coleman Hawkins, e dal '47 al '52 realizza una straordinaria serie di incisioni per la Blue Note in cui suona la maggior parte delle sue migliori composizioni. In quegli anni incontrerà anche Miles Davis, con cui inizierà diverse collaborazioni musicali. In Bloomdido (1950) Monk incontra Charlie Parker e Dizzy Gillespie. Altra amicizia importantissima fu quella col pianista Bud Powell, che propose più volte interpretazioni personali dei temidi Monk. Dal trio Plays Duke Ellington (1955) al quintetto di Brilliant Corners (1956), Monk realizza i suoi capolavori su etichetta Riverside, e raggiunge lo status di mito vivente. Come logica conseguenza, nasce il suo quartetto, con una splendida serie di tenorsassofonisti che va da Sonny Rollins a Frank Foster, da John Coltrane a Johnny Griffin (nel disco Misterioso e In action, 1958), fino a giungere a Charlie Rouse, che resterà fino al 1968. Seguì la controversa partecipazione alla lunga tournée dei Giants of Jazz (1970 - 72, con Blakey, Sonny Stitt, Kai Winding, Al Mc Kibbon e Dizzy Gillespie). Al di là delle circa settanta composizioni conosciute, l'eredità di Monk è più o meno evidente nel modo di suonare di tutti i pianisti di oggi: il fraseggio frastagliato e pieno di cluster, la diteggiatura, le armonie ricercate hanno insegnato molto a tutti i musicisti che si interrogano sul concetto di libertà. Ciò che lascia Monk è soprattutto il virtuosismo ritmico fatto di ritardi, accenti spostati, l'uso dei silenzi. L'ascoltatore è continuamente "sorpreso" dall'evolversi dei suoni che non cadono mai nella staticità e prevedibilità. Monk ha saputo giocare con le note prendendosi gioco di esse: non si limitava ad improvvisare sugli accordi del tema di base, ma ne reinventava la struttura armonica facendo appello al suo istinto primitivo generando dissonanze e giochi di note che si rincorrono e si urtano in una esemplare disinvoltura.

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