domenica 18 maggio 2014

Maurice Ravel (Maceri)


                     
                M. Ravel - Rigaudon e menuet da
                      ' Tombeau de Couperin'



Ravel ‹ravèl›, Maurice. - Musicista francese (Ciboure, Pirenei Francesi, 1875 - Parigi 1937).
                                                                                   




 Guidò, insieme a C. Debussy, l'innovazione musicale dei primi trent'anni del Novecento, in Francia e ben oltre i suoi confini, esprimendosi ai più alti vertici nelle composizioni per pianoforte e utilizzando con raffinata eleganza diverse espressioni musicali. L'arte di Ravel, caratterizzata da una raffinata perizia compositiva, è segnata nello stesso tempo da una sofisticata ricerca stilistica che si realizza nell'uso di un linguaggio musicale eclettico e nel montaggio con il corrente repertorio consumistico: da qui gli accenti e le movenze spagnolesche della Rapsodia orchestrale e della commedia L'heure espagnole, e la strepitosa miscela tra grande artigianato orchestrale e ossessiva spirale melodica nel celeberrimo Bolero (1928). Da questo derivano anche le seduzioni dei valzer di sapore viennese nei Valses nobles et sentimentales per pianoforte e in La valse per orchestra. E deriva, infine, l'uso di materiali d'ogni tipo: dall'operetta americana al vecchio jazz di New Orleans, al ragtime e così via; per esempio la Sonata per violino e pianoforte (1927) contiene un fascinoso movimento di blues.


Biografia

Maurice Ravel nacque nei pressi di Ciboure il 7 marzo del 1875, nella regione basca francese, ai confini con la Spagna. Suo padre, Joseph Ravel (1832-1908), era un apprezzato ingegnere civile, di ascendenza svizzera e savoiarda Ravex. Sua madre, Marie Delouart-Ravel (1840-1917), era di origine basca, discendente di una vecchia famiglia spagnola Deluarte o Eluarte. Ebbe un fratello, Édouard Ravel (1878-1960), con cui mantenne durante tutta la vita una forte relazione affettiva.

All'età di sette anni, Ravel iniziò a studiare il pianoforte al Conservatorio di Parigi. Durante i suoi studi a Parigi, Ravel incontrò e frequentò numerosi compositori giovani, e innovativi, che usavano chiamarsi  Les Apaches  per la loro vita sregolata. Studiò musica con Gabriel Fauré per quattordici straordinari anni. In questo periodo, Ravel provò diverse volte a vincere il prestigioso premio Prix de Rome , inutilmente. Dopo uno scandalo che implicò anche la mancata assegnazione del premio a Ravel, Maurice abbandonò il conservatorio. Questo incidente comportò anche le dimissioni del direttore del conservatorio. Ravel fu influenzato da diversi stili musicali legati a diverse parti del mondo: il jazz americano, la musica asiatica e le canzoni popolari tradizionali di tutta Europa. Maurice non fu religioso: non apprezzava i temi di carattere spiccatamente religioso degli altri compositori, come Richard Wagner, e preferiva studiare la mitologia classica per ispirarsi. Durante la Prima guerra mondiale non poté essere arruolato per la sua età e la salute cagionevole : diventò un autista di ambulanza. Tra i suoi pochi allievi si ricordano Maurice Delage e Ralph Vaughan Williams. Nel 1932 Ravel fu coinvolto in un incidente d'auto piuttosto grave a seguito del quale la sua produzione artistica diminuì sensibilmente. Colpito da ictus all'emisfero sinistro del cervello, non fu più in grado di leggere la musica, ma poté continuare a dirigere l'orchestra. A causa di un'atrofia cerebrale, le sue condizioni peggiorarono inesorabilmente fino al 1937 quando, il 18 dicembre, fu operato alla testa. L'intervento non ebbe alcun esito e Ravel morì dieci giorni più tardi, lasciando a tutti un ricordo di lui come un musicista appassionato.

Opere


Non molto abbondante la produzione di Ravel : ogni opera, sia pure la minima, reca il segno di una lunga maturazione, di un severissimo spirito di critica: la forma è sempre classicamente perfetta, la tecnica esemplare. Insieme a C. Debussy, cui alcuni vollero ravvicinarlo (senza troppo fondamento), R. fu il maggior musicista francese del suo tempo, specialmente quale virtuoso della composizione, della «forma». Il suo temperamento stesso lo portò a reagire radicalmente, più di Debussy, contro il romanticismo ottocentesco e a ricollegarsi idealmente allo spirito della tradizione francese dei clavicembalisti settecenteschi.







Tra opere principali composte ricordiamo : teatro: L'heure espagnole, commedia musicale in 1 atto (Parigi 1911),'' L'enfant et les sortilèges "(fantasia lirica in 2 quadri, Montecarlo 1925) e i balletti Daphnis et Chloé(Parigi 1912), Boléro (1928); coro: 3 Chansons a voci miste (1916); orchestra : Rhapsodie espagnole (1907), La valse (1920), 2 Concerti per pianoforte e orch. (1931 e 1932; il 2º per la sola mano sinistra, composto per P. Wittgenstein, fratello del filosofo, che aveva perso il braccio destro in guerra), oltre la ripresa in veste orchestrale, spesso a scopo teatrale, di alcuni lavori pianistici; canto: Shéhérazade(1903), Histoires naturelles (1906), Mélodies populaires grecques (1907), 3Poèmes de Mallarmé (1914), 2 Melodies hébraïques (1915), Don Quichotte à Dulcinée per basso e orchestra; musica strumentale da camera: Quartetto per archi (1902-03), Introduzione e Allegro per arpa e quartetto d'archi, flauto e clarinetto (1906), Trio per pianoforte, violino e violoncello (1915), Sonata per violino e violoncello (1922), Sonata per violino e pianoforte (1927), Tzigane per violino e pianoforte; pianoforte (compresi alcuni lavori poi orchestrati): Pavane pour une infante défunte (1899), Jeux d'eau (1901), Miroirs (1905), Sonatine (1903-05),Gaspard de la Nuit (1908), Contes de ma Mère l'Oye (1908), Valses nobles et sentimentales (1911), Tombeau de Couperin (1914-17). In mezzo a queste innumerevoli suggestioni trovano posto anche rimembranze della grande stagione operistica francese del secolo precedente (L'enfant et les sortilèges, 1925, su libretto della scrittrice francese S.-G. Colette). Infine, nel 1929-31, prima che si manifestassero i sintomi della malattia cerebrale che lo avrebbe condotto alla morte, scrisse il Concerto in sol, caratterizzato da rimembranze jazzistiche, e il Concerto in re per la mano sinistra, dotato di una densa struttura sinfonico-pianistica. Accanto alle opere originali sono da ricordare varie trascrizioni orchestrali di composizioni di Chopin, Debussy, Chabrier, Schumann e Musorgskij (Quadri di una esposizione). 





“Tombeau de Couperin”

Ravel ha trascritto per orchestra quasi tutti i suoi lavori composti per il pianoforte (subito o a distanza di anni), creando di solito un capolavoro da un capolavoro. La versione per pianoforte di una sua musica non nasceva mai, infatti, come un cartone preparatorio, o una sinopia, nasceva bensì come disegno elaborato e in sé compiuto, oltre al quale o accanto al quale il musicista ripensava poi la sua musica con un diverso carattere sonoro: ed è naturale che la versione per orchestra (l'orchestra di Ravel) possa essere più mossa, cangiante, più saporita della prima concezione pianistica, classica, nitida, asciutta. Così avvenne ad esempio col  Menuet Antique  del 1895, che Ravel orchestrò trentacinque anni dopo, illuminando la grazia compassata con una sottile ironia. Non tale è il caso
del Tombeau de Couperin, le cui versioni, la pianistica e l'orchestrale, hanno la stessa chiara e agile serietà di linguaggio. Ma non hanno la stessa architettura. Infatti, delle sei parti del Tombeau per pianoforte, Prelude, Fugue, Forlane, Rigaudon, Menuet, Toccata, Ravel accantonò le due forme strumentali pure (Fugue e Toccata), non adatte a un ripensamento strumentale agile, come ho detto, e mantenne le quattro forme di danza facendone una vera suite all'antica, con il Rigaudon all'ultimo come finale efficace (prima esecuzione il 28 febbraio 1920, ai Concerts Pasdeloup)."All'inizio del 1915 mi arruolai nell'esercito; in conseguenza di ciò la mia attività musicale s'interruppe fino all'autunno del 1917, quando fui riformato. Terminai allora Le Tombeau de Couperin. A dire il vero l'omaggio è rivolto non tanto al solo Couperin quanto all'intera musica francese del XVIII secolo. Dopo Le Tombeau de Couperin le mie condizioni di salute mi impedirono per qualche tempo di scrivere". (Une esquisse biografique de M.R., a cura di Roland-Manuel, vers. ital. in Ravel, scritti e interviste a cura di E. Restagno, EDT, Torino 1995, p. 6). Con la sua riservatezza Ravel accenna appena alla sua malattia e cela ciò che fu essenziale per lui in quei tre, quattro anni, cioè le ferite della sua anima: l'angoscia della guerra, la morte della madre nel 1917 (per lui una perdita irrimediabile), la scomparsa di amici cari nelle trincee.
Nella versione per pianoforte i sei brani del Tombeau sono dedicati ognuno a un amico morto in guerra. Nella musica di Ravel, tuttavia, non c'è traccia di dolore o di lutto: in omaggio ai morti essa volle essere la celebrazione di forme pure, perfette, consolanti giunte a noi nel disordine dell'esistenza da un'età artistica ammirata. Ed è musica mirabilmente intelligente e ricca di sfumati segreti (il meraviglioso Menuet, che si fa serio e inquieto nel trio al suo centro) e limpida (le aggraziate melodie dell'oboe nel Prélude), e a tratti allegra e ironica nella ostentata solidità del passo o nella vivacità popolaresca (le asperità "novecentesche" della Forlane).
L'organico orchestrale è quello di una nutrita orchestra barocca (tutti i legni a due , due corni, una tromba, archi), cui è aggiunta la novità timbrica dell'arpa.




                                     


                                                                                                                   

                                                                                                                           Maceri Tonio 

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