martedì 20 maggio 2014

23 maggio - Alle mie tante lagrime - Mauro Giuliani - Patrizia Campa



Mauro Giuseppe Sergio Pantaleo Giuliani (Bisceglie27 luglio 1781 – Napoli7 maggio 1829) è stato un chitarristacompositore e violoncellista italiano.

Mauro Giuliani

Biografia
Ultimogenito di una famiglia benestante, Mauro aveva tre sorelle e un fratello, Nicola, che fu pure musicista, specializzato in armonia ecanto. Trasferitasi la famiglia a Barletta, Mauro e il fratello studiarono violoncello e chitarra francese presso tale Gaetano Lucci. Giuliani partecipò quindi a vari concerti e pubblicò alcune opere. Ma poiché in Italia la musica strumentale non era tanto coltivata e apprezzata quanto la musica vocale (e la chitarra restava negletta), Mauro si trasferì nel 1802 a Vienna con moglie e figlio. In questa 'capitale' del mondo musicale europeo Giuliani si mise ben presto in luce come straordinario virtuoso di uno strumento fino ad allora ritenuto marginale, folcloristico oppure riservato al privato svago musicale dilettantistico. Nel 1808 venne, in particolare, eseguito per la prima volta il "primo gran concerto per chitarra e orchestra Op.30": composizione di carattere brillante ed eroico, costruita esemplarmente in ossequio al gusto napoleonico del momento. L'inedita ampiezza di impianto cameristico, con ampi squarci sinfonici, sfatava di colpo il luogo comune dei limiti popolari e domestici, che si attribuivano allo strumento. D'altro canto, i numerosi e apprezzati concerti viennesi di Giuliani, da solista e in varie formazioni - stando a una recensione dell'epoca, pare che persino Beethoven andasse con piacere a quei concerti -, non solo rinnovarono clamorosamente l'immagine della chitarra, quale strumento cameristico alquanto versatile, del quale si scopriva l'interessante dimensione orchestrale concertante, ma aprirono anche un fortunato filone nella fiorente editoria musicale di consumo dilettantistico. Il "Paganini della chitarra", come venne ribattezzato, divenne famosissimo e si conquistò la stima e l'amicizia di Paganini stesso, nonché di RossiniMoscheles e Beethoven. Durante il soggiorno viennese produsse più di un centinaio di composizioni, fra le quali i tre concerti per chitarra e orchestra, alcune sonate per chitarra sola e brani destinati ad ensemble di vario tipo.
Mentre riscuoteva un discreto successo, si separò dalla moglie, ebbe una figlia illegittima e contrasse debiti che lo indussero ad abbandonare Vienna. Tornando in Italia nel 1819, tenne un concerto a Trieste, "molto applaudito", ed altri in alcune città del nord. Si stabilì dapprima a Roma, poi a Napoli, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita, pubblicando una cinquantina di composizioni.
Durante la sua carriera Giuliani, come altri colleghi chitarristi, non si limitò alla composizione e al concertismo, ma fu anche uno dei più prestigiosi insegnanti del suo strumento, vantando persino allievi d'alto rango, come l'imperatrice Maria Luisa, seconda moglie di Napoleone Bonaparte, dalla quale ricevette in dono la Lira che Napoleone aveva commissionato per lei, nonché il titolo di musicista di corte e Cavaliere del Giglio. Pochi giorni dopo la sua morte, il necrologio apparso sul giornale del Regno delle due Sicilie, informava il pubblico: "La mattina del giorno 8 di questo mese Don Mauro Giuliani famoso chitarrista morì in questa capitale. La sua chitarra fu trasformata nelle sue mani in un'arpa che molceva i cuori degli uomini". La sua fama restò viva a lungo. In Francia e in Inghilterra, a distanza di dieci anni dalla sua morte, ancora venivano date alle stampe raccolte di sue brevi e armoniose composizioni per chitarra sola, The Giulianad (Le Giulianate). Giuliani, che costruì la nuova immagine della chitarra unitamente al non meno rilevante contributo dello spagnolo Fernando Sor, fece interessare alla chitarra anche compositori come Paganini e Diabelli, che hanno lasciato per questo strumento molti interessanti lavori.
Composizioni
Chitarra di Mauro Giuliani

La maggior parte delle composizioni di Giuliani sono state ritrovate, anche se all'appello mancherebbero alcune composizioni importanti come il quarto concerto per chitarra e orchestra e alcune sonate. Comunque dalle opere tuttora note Giuliani risulta un compositore prolifico: centocinquanta numeri d'opera, circa quaranta lavori senza numero e in più le opere inedite o perdute. Le composizioni sono di una qualità superiore, specialmente le sonate, i lavori da camera e i concerti per chitarra e orchestra (in particolare il primo concerto op. 30, il più suonato dopo il concerto d'Aranjuez di JoaquinRodrigo). Degne di nota sono le sei Rossiniane, fantasie su alcuni motivi di Rossini come omaggio al grande compositore e amico. La forma però che Giuliani coltivò di più è sicuramente il tema con variazioni, dove non solo dimostrava di saper creare una linea melodica piacevole e armonicamente significativa, ma anche di saperla sviluppare in complessi brani virtuosistici, che ancora oggi vengono suonati in pubblico da chitarristi di grande talento per dimostrare la loro bravura.
                                                                                                                                                                                    
Opere per canto e chitarra (o pianoforte)
·         Sei cavatine op. 39
·         Sechs Lieder op. 89
·         Sei ariette di Metastasio op. 95





CAVATINA N. 3 “ALLE MIE TANTE LAGRIME”


               


Appartenente alla raccolta “Sei cavatine. 39” dedicata a Francesco De Palffy.
La cavatina n. 3 è composta da due strofe di quattro versi ciascuna, e può essere eseguita sia da voci maschili che da voci femminili, in quanto nell’opera non viene specificata la destinazione. L’accompagnamento chitarristico è stato revisionato e diteggiato da Ruggero Chiesa.
In tonalità di minore, la chitarra ha il compito di stendere un “tappeto sonoro” formato da gruppi di sestine in semicrone arpeggiate, su cui si muove la melodia del cantante.



TESTO

Alle mie tante lagrime


Al mio crudel dolore
Se non ti muove amore
Hai di macigno il cor

Pianger farebbe un sasso
Uno si lungo affanno
Se tu non sei tiranno
Pianger dovresti ancor.




                                                                                    Cavatina n. 3




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