lunedì 19 maggio 2014

Concerto 27 Maggio 2014 - Concerto in Re minore, Mendelsshon - Cardellicchio Monia

Concerto in re minore per violino, pianoforte e orchestra d'archi



Il Concerto in re minore per violino, pianoforte e orchestra d'archi, scritto nel 1823, è articolato in tre movimenti; ma l'invenzione di Mendelssohn ne scardina le logiche costruttive interne. Gli interventi orchestrali sono lineari e «classici», mentre gli episodi solistici sono ondate dì energia vitale che travolgono ed entusiasmano l'ascoltatore. 

Nell'Allegro iniziale l'esposizione orchestrale è molto regolare: dopo il serioso primo tema in re minore, quasi «beethoveniano» nel suo incedere, una transizione modulante porta al secondo tema in fa maggiore, dal carattere cantabile e disteso. Una breve coda, che riprende il primo tema, lascia sospeso il discorso armonico sulla dominante per preparare l'ingresso dei due solisti. L'episodio che segue apre un nuovo capitolo: l'atmosfera che vi si respira è tutt'altra cosa rispetto all'esposizione dell'orchestra. Gli eroici arpeggi del pianoforte anticipano la scrittura brillante dei due concerti per pianoforte e orchestra di Mendelssohn. 

I due solisti continuano il loro fitto dialogo riprendendo il primo tema e arricchendolo con figurazioni brillanti e virtuosistiche. Una transizione dominata dalle agilità del pianoforte conduce all'esposizione del secondo tema da parte del violino. Un breve episodio orchestrale, che ripropone elementi del primo tema, fa da preparazione a un brano solistico nel quale emerge la gioia del fare musica tipica di molte pagine mendelssohniane. Lo sviluppo si apre con l'orchestra che riprende il primo tema modulando in re bemolle maggiore, tonalità nella quale si apre quasi inaspettatamente un nuovo episodio orchestrale dal carattere lirico che presenta materiali tematici completamente nuovi. Il cuore dello sviluppo è costituito da una sezione Andante (Mendelssohn in partitura indica Recitativo) nella quale i due solisti dialogano fittamente in quello stile brillante e quasi salottiero che avevamo già udito nell'esposizione. Un lungo pedale di dominante, seguito da numerosi arpeggi del pianoforte, conduce alla ripresa orchestrale del primo tema, seguito da un nuovo ingresso dei solisti, dalla ripresa del primo tema e dalla ripresa del secondo tema, «cantato» ora dal violino solista in un dolcissimo re maggiore. La cadenza dei due solisti precede poi la fulminante coda orchestrale.



L'Adagio si apre con un tema raccolto, dalla scrittura quasi corale, presentato dall'orchestra e subito ripreso in successione prima dal pianoforte e infine dal violino. Anche qui, come già nell'Allegro iniziale, la parte centrale del movimento prende direzioni armoniche imprevedibili: la sezione successiva è infatti in do maggiore e viene introdotta da fluenti arpeggi del pianoforte, sui quali si leva il canto del violino che riprende il tema principale; un morbido trapasso armonico permette ai due solisti di ripetere nuovamente il tema di corale, ora in la maggiore. L'orchestra rientra nella sezione finale e dialoga serenamente coi due solisti, concludendo il movimento in una dolcissima atmosfera musicale.


L'Allegro molto è una pagina trascinante e brillante, dal piglio ritmico energico e dal misurato equilibrio fra scrittura virtuosistica e cantabilità. Formalmente è bipartito, senza un vero e proprio momento di sviluppo tematico. Si apre col pianoforte che espone il tema principale, un motivo in re minore irresistibile nella sua carica ritmica, fatto di un semplice arpeggio tonale discendente seguito da una cascata di brillanti e veloci figurazioni. 



L'intervento dell'orchestra rilancia la foga ritmica del discorso musicale e prepara il ritorno dei due solisti in una transizione che conduce al secondo tema, in fa maggiore, dolce e scattante al contempo. Un altro episodio solistico di transizione mette in luce la scrittura musicale scorrevole e brillante del giovane Mendelssohn e prepara il ritorno del tema principale, seguito da un breve intervento orchestrale. Alla ripresa del secondo tema segue un ultimo episodio virtuosistico, caratterizzato dalle impetuose ottave a due mani del pianoforte e dai giochi imitativi fra l'orchestra e il violino solista. Prima della vibrante coda conclusiva, i solisti ci fanno ancora udire il secondo tema, ora reso ancor più cantabile dal suono del violino e dai morbidi arpeggi in re maggiore del pianoforte.


Concerto in Re Minore - Spartito



- Allegro molto appassionato (Violin)

- Andante (Violin)

- Allegro molto vivace (Violin)

- Allegro appassionato (Piano)

- Adagio molto sostenuto (Piano)




Durante il concerto verrà eseguito solo il III movimento per violino e pianoforte. Buon ascolto!

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