lunedì 9 giugno 2014

Mercoledi 4 Giugno 2014 L.van Beethoven sonata op10 no1--ZHU MENGKE

L.van Beethoven
Ludwig van Beethoven (pronuncia tedesca ; Bonn, 16 dicembre 1770 – Vienna, 26 marzo 1827) è stato uncompositore e pianista tedesco.
Figura cruciale della musica colta occidentale, fu l'ultimo rappresentante di rilievo del classicismo viennese(PDF), nonché precursore del romanticismo. È considerato uno dei più grandi compositori di tutti i tempi. Nonostante i problemi di ipoacusia(WEB LINK) che lo afflissero prima ancora d'aver compiuto i trent'anni, egli continuò a comporre, condurre e suonare, anche dopo che fu diventato del tutto sordo. Beethoven ha lasciato una produzione musicale fondamentale, straordinaria per la sua forza espressiva e per la capacità di evocare una gran mutevolezza di emozioni.
Beethoven influenzò fortemente il linguaggio musicale del XIX secolo e di quelli successivi, tanto da rappresentare un modello per molti compositori. Il mito del Beethoven artista eroico, c
apace di trasmettere attraverso la sua opera ogni sua emozione, esperienza personale o sentimento, crebbe moltissimo nel periodo Romantico; ciò nonostante, pur anticipando molti aspetti del futuro romanticismo, la sua adesione alle regole dell'armonia nelle modulazioni, il rigetto dei cromatismi nelle melodie nonché la cura dell'equilibrio formale dei brani, lo collocano nel solco della tradizione del Classicismo. Nel vasto catalogo delle composizioni beethoveniane, grande rilievo hanno la sua produzione cameristica, quella sinfonica e le opere pianistiche.

La vita


                                                                              

Le origini e l'infanzia



La famiglia di Beethoven, di umile origine, perpetuava una tradizione musicale da almeno due generazioni. Il nonno paterno, dal quale prendeva il nome, Ludwig van Beethoven (Malines1712 – Bonn, 1773) discendeva da una famiglia fiamminga di contadini ed umili lavoratori, originaria del Brabante. La particella «van» non ha dunque origini nobiliari ed il cognome «Beethoven» deriva con ogni probabilità dallaregione olandese della Batavia (Betuwe) e situata nella Provincia di Gheldria.
Johann van Beethoven sembra essere stato capace solo di brutalità e di ostinata autorità: pare che spesso, completamente ubriaco, costringesse Ludwig ad alzarsi da letto a tarda notte, ordinandogli di suonare il pianoforte o il violino per intrattenere i suoi amici. Così come la sua educazione, anche l'istruzione musicale del piccolo Ludwig fu burrascosa: il padre lo affidò inizialmente a tale Tobias Pfeiffer, dimostratosi degno compare nel suo vizio di bere ma non valente insegnante musicale per il figlio. Successivamente Ludwig venne seguito dall'organista di corte Aegidius van der Aeden, poi dal violinista Franz Georg Rovantini, cugino della moglie Maria Magdalena, ed in seguito dal francescano Willibald Koch.
L'amicizia, iniziata sin dai tempi dell'infanzia, con il medico Franz Gerhard Wegeler (1765-1848) gli schiuse le porte della casa della famiglia von Breuning, alla quale rimase legato per tutta la vita. Helene von Breuning era la vedova di un consigliere di corte e cercava un insegnante di pianoforte per i propri figli. Ludwig, definito da Wegeler nelle sue memorie spesso stravagante e scontroso, venne trattato come un componente della famiglia, si trovò perfettamente a proprio agio e si mosse con disinvoltura in questo ambiente intellettuale, fine e cordiale, dove si discuteva di arte e letteratura, e dove la sua personalità ebbe modo di svilupparsi con pienezza. Il giovane Ludwig divenne inoltre allievo del musicista e organista di corte Christian Gottlob Neefe(WEB LINK) e compose, tra il 1782 e il 1783, le sue prime opere per pianoforte: le Nove Variazioni su una Marcia di Dressler WoO 63, pubblicate aMannheim e le tre Sonatine dette all'Elettore.

Il mecenatismo di Waldstein e l'incontro con Haydn

Nel 1784 venne nominato nuovo Principe elettore l'arciduca Maximilian Franz d'Asburgo(WEB LINK), fratello dell'Imperatore Giuseppe II(WEB LINK) e Gran Maestro dell'Ordine Teutonico(WEB LINK) che, dopo aver abolito la tortura e promesso una riforma giudiziaria, si occupò della nomina del nuovo Kapellmeister. Aumentò lo stipendio a Johann van Beethoven, nonostante questi avesse ormai perso quasi completamente la voce, e nominò Ludwig secondo organista di corte con uno stipendio annuo di 150 fiorini. Nel 1789, Ludwig si iscrisse all'Università di Bonn, fondata tre anni prima. Egli venne notato dal conte Ferdinand von Waldstein, che portò Beethoven una prima volta a Vienna nell'aprile 1787; qui, il giovane compositore avrebbe avuto un incontro fugace con Mozart.


 Ma è nel luglio 1792 che il conte Waldstein presentò Beethoven a Franz Joseph Haydn(PDF), il quale, appena reduce da una tournée inInghilterra, si era stabilito a Bonn. Dopo un concerto tenuto in suo onore, impressionato dalla lettura di una cantata composta da Beethoven (probabilmente quella sulla morte di Giuseppe II WoO 87 o quella sull'arrivo di Leopoldo II) Haydn lo invitò a proseguire gli studi a Vienna sotto la sua direzione. Cosciente di quanto rappresentasse a Vienna l'insegnamento di un musicista della fama di Haydn, Beethoven accettò di proseguire i suoi studi sotto la sua guida. Questa importante decisione fu presa di buon grado, ma non senza qualche perplessità; Beethoven infatti era ora costretto ad allontanarsi dalla famiglia che risiedeva a Bonn in condizioni sempre più precarie.

Intanto sua madre era morta di tubercolosi nel luglio 1787, seguita in settembre da quella della sorella di appena un anno e suo padre, devastato dall'alcolismo, era stato messo in pensione nel 1789 ed era incapace di garantire la sussistenza della famiglia; Beethoven di fatto si era assunto il compito 

   Lettera                                     
 di Waldstein a Beethoven,  ottobre 1792: «Ricevete dalle mani di Haydn lo spirito di Mozart»                 

di essere a capo della famiglia a tutela dei fratelli Kaspar e Nikolaus. Da metà del 1789 per mantenere la famiglia lavorò come violista nelle orchestre del teatro e della cappella di Bonn. Suonava una viola austriaca, costruita da Sebastian Dallinger a Vienna intorno al 1780. Quando il giovane musicista abbandonò il posto in orchestra lo strumento rimase al maestro, Franz Anton Ries, ed è ora conservato presso la Betoven-Haus a Bonn.
Con il permesso dell'elettore, che gli promise in ogni caso di conservargli il posto da organista e lo stipendio, e raccolti in un album gli auguri degli amici - come quelli della ventenne allieva Leonore Breuning che gli dedicò i versi di Johann Gottfried Herder(PDF): «Che l'amicizia con il bene cresca | come si allunga l'ombra della sera | finché sia spento il sole della vita» la mattina del 3 novembre 1792 - Beethoven lasciò definitivamente Bonn e le rive del Reno forse ignorando che mai più vi avrebbe fatto ritorno, portando con sé una lettera di Waldstein ormai celebre, nella quale il conte gli profetizzava, un ideale passaggio di consegne tramite Haydn, dell'eredità spirituale di Mozart.

Musica per pianoforte

Sonate

Beethoven fu uno dei più importanti compositori per il pianoforte; al di là della qualità delle sue sonate, la sua scrittura prende origine dai modelli mozartiani e haydniani per poi elaborare una forma originale di grande libertà creativa. Il compositore s'interessò attentamente, nel corso della sua esistenza, a tutti gli sviluppi tecnici dello strumento al fine di sfruttarne tutte le possibilità.
Beethoven ha pubblicato 32 sonate per pianoforte; a queste bisognerebbe aggiungere la sonata incompleta woO 51, le 3 sonate WoO 47, composte probabilmente nel 1783 e dette "Sonate all'Elettore" (Kurfürstensonaten) in quanto dedicate al Principe-Elettore Maximilian Friedrich von Königsegg-Rothenfels(PDF). Per quanto riguarda le 32 sonate con numero d'opera, la loro composizione avviene nell'arco di una ventina d'anni. Questo corpus compositivo, in modo più evidente rispetto alle sinfonie, evidenzia l'evoluzione dello stile del compositore nel corso degli anni. Le sonate nel corso degli anni si affrancano sempre più dai dettami classici previsti dalla forma sonata; gradualmente le composizioni guadagnano sempre più libertà di scrittura e diventano sempre più complesse.

Si possono citare fra le più celebri l' Appassionata(PDF) e la Waldstein (1804) o Gli Addii (1810). Nella celebre Hammerklavier (1819), lunghezza e difficoltà tecniche raggiungono livelli del tutto inusitati. Essa fa parte delle cinque ultime sonate, nelle quali l'autore utilizza per i movimenti conclusivi tipologie più consone al quartetto d'archi che della sonata per piano come la fuga (finale opp. 101, 106 e 110) e la variazione (finale opp. 109 e 111); in questi ultimi due brani, in particolare, al dinamismo tipico del periodo "eroico" subentra una calma estatica e apparentemente atemporale.
                                 
  • 2 Sonatine (prob. di Beethoven) in Sol e Fa (WoO n. A 5)
  • 3 Sonate in Mi bem., in fa e in Re (WoO n.47) (1782-83)
  • Sonatina in Fa (allegro e allegretto) (WoO n.50) (1788-90)
  • Sonata Facile in Do (allegro e adagio) quest'ultimo terminato da Ferdinand Ries (WoO n.51) (1791-92)
  • 3 Sonate op. 2 (n. 1 in fa minore, n. 2 in La maggiore, n. 3 in Do maggiore) (1795)
  • Sonata n. 4 in Mi bemolle Maggiore, op. 7 (1797)
  • 3 Sonate op. 10 (n. 5 in do minore op. 10,1, n. 6 in Fa maggiore op.10,2, n. 7 in Re maggiore op. 10,3) (1798)
  • Sonata n. 8 in do minore op. 13 "Patetica" (1799)
  • 2 sonate op. 14 (n. 9 in Mi maggiore op. 14, 1, n. 10 in Sol maggiore op. 14,2 (1799)
  • Sonata n. 11 in Si bemolle maggiore op. 22 (1800)
  • Sonata n. 12 in La bemolle maggiore op. 26 (1801)
  • 2 sonate op. 27 (n. 13 in Mi bemolle maggiore op. 27, 1, n. 14 in do diesis minore op. 27,2 "Chiaro di luna") (1801)
  • Sonata n. 15 in Re maggiore op. 28 "Pastorale" (1801)
  • 3 Sonate op. 31 (n. 16 in Sol maggiore op. 31,1, n. 17 in re minore op. 31,2 "la Tempesta", n. 18 op.31,3 in Mi bemolle maggiore "la caccia" (1802)
  • 2 Sonate op. 49 (n. 19 in sol minore op. 49,1, n. 20 in Sol maggiore op. 49,2 (1798)
  • Sonata n. 21 in Do maggiore op. 53 "Aurora" (1803)
  • Sonata n. 22 in Fa maggiore op. 54 (1804)
  • Sonata n. 23 in fa minore op. 57 "Appassionata" (1805)

  • Sonata n. 24 in Fa diesis maggiore op. 78 (1809)
  • Sonata n. 25 in Sol maggiore op. 79 (1808)
  • Sonata n. 26 in Mi bemolle maggiore op. 81a "gli Addii" (1810)
  • Sonata n. 27 in mi minore op. 90 (1814)
  • Sonata n. 28 in La maggiore op. 101 (1816)
  • Sonata n. 29 in Si bemolle maggiore op. 106 "Hammerklavier" (1818)
  • Sonata n. 30 in Mi maggiore op. 109 (1820)
  • Sonata n. 31 in La bemolle maggiore op. 110 (1821)
  • Sonata n. 32 in do minore op. 111 (1822)




Variazioni

Beethoven scrisse 8 serie di variazioni per pianoforte di varia importanza, di cui 4 furono pubblicate: 6 Variazioni su di un tema originale in fa maggiore Op.34 (Variazioni su Le rovine di Atene), le 15 Variazioni e Fuga sul tema di un movimento dell' op. 43 (utilizzato e rielaborato nel finale dell'Eroica) in mi bemolle maggiore, Op. 35, le 6 Variazioni su di un tema originale in re maggiore Op. 76 e le Variazioni Diabelli. Nel 1822, l'editore e compositore Anton Diabelli ebbe l'idea di pubblicare una raccolta di variazioni di alcuni dei compositori maggiori della sua epoca intorno ad un tema musicale di sua composizione. Beethoven, che non aveva scritto per piano da tempo, sollecitato, stette al gioco, e invece di scrivere una variazione, ne scrisse 33, che furono pubblicate in un fascicolo a parte ed oggi sono conosciute come Variazioni Diabelli.
  • 9 variazioni su una marcia di Ernst Christoph Dressler, WoO 63 (1782)
  • 6 Variazioni, in fa maggiore, per pianoforte od arpa su un canto svizzero, WoO 64 (1793)
  • 24 Variazioni, in re maggiore, per pianoforte sul tema "Venni Amore" di Vincenzo Righini WoO 65
  • 13 Variazioni, in la maggiore, per pianoforte sul tema "Es war einmal ein alter Mann" di Ditters von Dittersdorf WoO 66
  • 12 Variazioni, in do maggiore, per pianoforte sul tema del "Menuett à la Vigano" di J. Haibel WoO 68
  • 9 Variazioni, in la maggiore, sul duetto "Quant'è bello" di Giovanni Paisiello WoO 69
  • 6 Variazioni, in sol maggiore, sul duetto "Nel cor più non mi sento" dall'opera La Molinara di Giovanni Paisiello WoO 70 (1795)
  • 12 Variazioni, in la maggiore, su una danza russa di Paul Wranitzky WoO 71
  • 8 Variazioni, in do maggiore, sul tema de "Une fièvre brûlante" di André Grétry WoO 72
  • 10 Variazioni, in si bemolle maggiore, sul tema de "La stessa, la stessissima " di Antonio Salieri WoO 73
  • 7 Variazioni, in fa maggiore, sul tema "Kind willst du ruhig schlafen" di Peter Winter WoO 75
  • 8 Variazioni, in fa maggiore, sul tema "Tandeln und Scherzen" di Franz Süssmayr WoO 76
  • 6 Variazioni, in sol maggiore, su tema originale WoO 77
  • 6 Variazioni sopra un tema originale in fa maggiore op. 34 (1802)
  • 15 Variazioni e una fuga in mi bemolle maggiore op. 35 «Eroica» (1802)
  • 7 Variazioni sopra God save the King in do maggiore WoO 78 (1803)
  • 5 Variazioni sopra Rule, Britannia! in re maggiore WoO 79 (1803)
  • 2 Variazioni in mi bemolle maggiore (Beethoven)|Variazioni in mi bemolle maggiore Op. 44 (1804) le altre 12 sono con violino e violoncello
  • 32 Variazioni sopra un tema originale in do minore WoO 80 (1806)
  • 6 Variazioni, in re maggiore, su tema originale Op. 76
  • 33 variazioni sopra un valzer di Diabelli in do maggiore op. 120 (1823)
  • 8 Variazioni, in si bemolle maggiore, sul tema "Ich hab' ein Kleines nur" Anhang 10
  • Varia per pianoforte

    • Praeludium in fa min. (completamente rielaborato nel ?1803) WoO n.55 (1787)
    • Kaplied di Ch. F.D.Schubart riduzione per pianoforte di Beethoven (18o Magg. e do min. WoO n.54 (1790)
    • 2 Esercizi (Do Magg. e Si bemolle Magg.) (1792-93)
    • Andante in Do Magg. (1792-93)
    • Minuetto in Fa Magg.(ca.1794)
    • Drei kleine Nachahmungssätze (Fa Magg.; Fa Magg.; Do Magg.)(ca.1794)
    • Fuga a 3 voci in Do Magg. (ca.1794)
    • Minuetto in Do Magg. (1794-95)
    • Rondò e Capriccio in Sol Magg. "alla ungherese" op.129 (1795-98)
    • 6 Minuetti (versione per orchestra perduta) WoO n.10 (ca.1795)
    • Rondò in Do Magg. op.51 n.1 (1796-97)
    • Allegretto in do min. (ca.1797)
    • Bagatella in do min. (destinata alla Sonata op.10 n.1) (1797)
    • Allegretto in do min. (in 2 versioni) WoO n.53 (1796-98)
    • 7 Ländlerische Tänze (prob. per 2 vl. e vlc.) riduzione per pianoforte WoO n.11 (1797-98)
    • Allemanda in La Magg. WoO n.81 (ca.1800)
    • Anglaise in Re Magg. (ca.1800)
    • Rondò in Sol Magg. op.51 n.2 (1798-1800)
    • 2 Bagatelle in Do Magg. e Mi bemolle Magg. (1800)
    • Canone a 2 voci in Sol Magg. (1802-03)
    • Sette bagatelle, op. 33 (1802)
    • Walzer (Ländler) in do min. (1803)
    • Canone a 2 voci in La bemolle Magg. (ca.1803)
    • Minuetto in Mi bemolle Magg. WoO n.82 (1803)
    • Tema con variazione (incompleta) in La Magg. (1803)
    • Andante in Fa Magg. (Andante Favori, originariamente movimento centrale della sonata op.53) WoO n.57 (1803-1804)
    • Bagatella in Do Magg. "n.5" WoO n.56 (1804)
    • 6 Scozzesi WoO n.83 (1806)
    • Fantasia in sol min. op.77 (1809)
    • Bagatella «Per Elisa», in La minore, WoO 59 (1810)
    • 2 Deutsche (Fa Magg. e fa min.) (1811-12)
    • Polonaise in Do Magg. op. 89 (1814)
    • O Hoffnung, tema per variazioni scritto per l'arciduca Rodolfo (1818)
    • Klavierstück in Si bemolle Maggiore WoO 60 (1818)
    • Kleines Konzertfinale, dal Presto del finale del concerto in do min. op.37 (1820)
    • Klavierstück (allegretto) in si min. WoO 61 (1821)
    • Undici bagatelle, op. 119 (1822)
    • Bagatella in Do Magg. (1824)
    • Sei bagatelle, op. 126 (1824)
    • Walzer in Mi Bemolle Maggiore WoO 84 (1824)
    • Klavierstück (bagatella) in sol min. WoO 61a (1825)
    • Walzer in Re Maggiore WoO 85 (1825)
    • Scozzese in Mi Bemolle Maggiore WoO 86a (1825)

    Composizioni per pianoforte a 4 mani

    • 8 Variazioni in Do Magg. su un tema del conte Waldstein WoO 67 (1791-1792)
    • Sonata in Re Magg. op.6 (1796-1797)
    • Lied (Ich denke dein) con 6 Variazioni in Re Magg. WoO 74 (1799-1804)
    • 3 Marce (Do Magg.; Mi bemolle Magg.; Re magg.) op.45 (1802-03)
    • Fuga in Si bemolle Maggiore (trascrizione della fuga per quartetto d'archi op.133) op.134 (1826)

Sonata per pianoforte op 10.no 1

La Sonata per pianoforte n. 5 apre il ciclo di tre sonate composte da Beethoven e pubblicate insieme come Op. 10.
Pur essendo delle sonate che guardano molto al passato, conservatrici, la rivista Allgemeine musikalische Zeitung di Lipsia le criticò duramente:
« Sovraccariche di difficoltà, anche il più diligente esecutore deve sentirsi come un uomo che pensa di andarsene vagando in un'attraente foresta, ma viene ad ogni pié sospinto arrestato da impedimenti fastidiosi, da cespugli spinosi, tanto che finisce con l'uscirsene stanco, senza aver provato alcun piacere. »
Tuttavia Beethoven non si curò delle opinioni critiche a cui era avvezzo.

Struttura


La prima sonata dell'Op. 10 è strutturata in tre movimenti (manca difatti un Minuetto o uno Scherzo, presenti nelle precedenti sonate):
  1. Allegro molto e con brio
  2. Adagio molto (in La bemolle maggiore)
  3. Finale: Prestissimo
Si tratta di un lavoro che rimanda per molti versi alle composizioni dei decenni precedenti, tanto che spesso venne K 457 e alla Fantasia K 475 di Mozart (scritte nella stessa tonalità dell'Op. 10 n. 1). L'Allegro molto e con brio attacca in modo brusco ma l'energia si spegne rapidamente e lascia il posto a temi più leggeri, una successione che caratterizza l'intero primo movimento.
 Non mancano tuttavia i tratti tipicamente Beethoveniani: l'Adagio molto segue le orme dei movimenti lenti presenti nelle quattro sonate fino ad allora pubblicate mentre il successivo Prestissimo è interamente pervaso di energia e di tensione.
Beethoven prevedeva originariamente una ripresa in Fa maggiore del secondo tema di quest'ultimo movimento. Pare anche che laBagatella WoO 52 e l'allegretto WoO 53 furono pensati come terzo movimento dell'Op. 10 n. 1 (entrambi in Do minore).
       
 
                                                                                                                             

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