Wolfgang Amadeus
Mozart
Wolfgang Amadeus Mozart, nome di battesimo Joannes Chrysostomus Wolfgangus Theophilus Mozart (Salisburgo, 27
gennaio 1756 – Vienna, 5 dicembre 1791), è stato un compositore, pianista, organista e violinista austriaco, a cui è
universalmente riconosciuta la creazione di opere musicali di straordinario
valore artistico.
Mozart è annoverato tra i più grandi
geni della storia
della musica, dotato di raro e precoce talento[3].
Iniziò a comporre prima di aver compiuto
i sei anni (la sua prima composizione, un minuetto per clavicembalo, risale al gennaio 1762[4]), e morì all'età di
trentacinque anni, lasciando pagine indimenticabili di musica. È stato definito
dal Grove Dictionary
come "il compositore più universale nella storia della musica
occidentale"[5]: la sua produzione
comprende musica sinfonica, sacra, da camera e opere di vario genere.
Fu il primo, fra i musicisti più
importanti, a svincolarsi dalla servitù feudale e a intraprendere una carriera come libero
professionista[2].
La musica di Mozart è considerata la
"musica classica" per eccellenza, egli è infatti il principale
esponente del classicismo settecentesco, i cui canoni principali erano l'armonia, l'eleganza, la
calma imperturbabile e l'olimpica serenità.
Il nome
I nomi assegnati al piccolo
Mozart furono:
·
Joannes Chrysostomus, perché il bambino nacque il 27 gennaio,
giorno di san Giovanni Crisostomo[6][7].
·
Wolfgangus (letteralmente: «camminare come un lupo»)[8], nome
del nonno materno, Wolfgang Nikolaus Pertl (1667 -1724)[9].
·
Theophilus, nome del padrino, Johann Theophilus Pergmayr,
commerciante e consigliere civico.
Il padre Leopold chiamava
familiarmente suo figlio Wolferl[10]. Il nome Amadeus è la traduzione latina del greco Theophilus, cioè «colui che ama Dio» o
anche «colui che è amato da Dio»,[11];
successivamente (dal 1771) fu
chiamato anche Amadè. Nei primi anni il padre usò inoltre, in alcune lettere,
la versione tedesca del nome, ossia Gottlieb.[12] Sembra che Mozart patisse una certa
insofferenza per la desinenza '-us' apposta alla fine dei suoi nomi, tanto che
a volte si firmava con enfasi scherzosa: Wolfgangus Amadeus Mozartus[13].
La vita
La nascita e la famiglia
Wolfgang Amadeus Mozart nacque
al numero 9 di Getreidegasse a Salisburgo,[14] capitale dell'arcivescovato di Salisburgo,
all'epoca territorio sovrano appartenente al Sacro Romano Impero nel Circolo
Bavarese. Wolfgang fu battezzato il giorno dopo la sua nascita presso lacattedrale di San Ruperto.
La notizia della nascita di
Wolfgang venne data dal padre Leopold in una lettera del 9 febbraio 1756 a un
amico di Augusta, Johann Jakob Lotter:
« Ti informo che il 27 gennaio, alle otto della sera, la mia
cara moglie ha dato felicemente alla luce un bambino. Si era dovuta rimuovere
la placenta e perciò ella era estremamente debole. Ora invece, grazie a Dio,
sia il bimbo che la madre stanno bene. Il bambino si chiama Joannes
Chrysostomus, Wolfgang, Gottlieb.[15] »
|
I genitori di Wolfgang avevano
quasi la stessa età (la madre differiva dal marito di un solo anno) ed erano
personaggi attivi dell'epoca: il padre Leopold,
compositore e insegnante di musica[16], ricopriva
l'incarico di vice Kapellmeister[17] presso la corte dell'arcivescovo Anton von Firmian; la
madre Anna Maria Pertl[18] (1720- 1778) era figlia di un prefetto.
Dei sette figli di Leopold e
Anna Maria, Wolfgang a parte, l'unica non morta durante l'infanzia era la
sorella maggiore Maria
Anna (1751–1829),[19] detta Nannerl o Nannette.[20]
Genio precoce (1756-1769)
Il bambino dimostrò un talento
per la musica tanto precoce quanto straordinario, un vero
e proprio bambino
prodigio: a tre anni batteva i tasti del clavicembalo, a
quattro suonava brevi pezzi, a cinque componeva. Esistono vari aneddoti
riguardanti la sua memoria prodigiosa, la composizione di un concerto all'età
di cinque anni, la sua gentilezza e sensibilità, la sua paura per il suono
della tromba.
Inoltre aveva la capacità di riconoscere l'altezza dei suoni (il cosiddetto orecchio
assoluto).
Leopold definiva suo figlio
come "il miracolo che Dio ha fatto nascere a Salisburgo"
ed è ragionevole ritenere che il grandissimo talento mostrato dal piccolo
Amadeus abbia motivato nel padre una responsabilità molto grande, oltre quella
di un semplice genitore o insegnante. Contrariamente a quanto riportato da
alcuni, tra cui la figlia Nannerl, Leopold continuò a svolgere con cura i suoi
servizi a corte, ma dedicò grandissima energia, molto tempo e denaro
nell'educazione musicale dei figli, anche con diversi viaggi in Europa che
oltre a segnarlo fisicamente hanno probabilmente arrestato l'avanzamento della
sua carriera professionale a corte[24].
Quando non aveva neppure cinque
anni, il padre portò Amadeus e la sorella, pure assai dotata, a Monaco,
affinché suonassero per la corte del Principe
elettore bavarese Massimiliano III; alcuni mesi dopo,
andarono a Vienna, dove
furono presentati alla corte imperiale e in varie case nobiliari.
Verso la metà del 1763 egli
ottenne il permesso di assentarsi dal suo posto di vice Kapellmeister presso la
corte del principe vescovo di Salisburgo.
Tutta la famiglia intraprese
così un lungo viaggio nel continente, che
durò più di tre anni. Toccarono quelli che erano i principali centri musicali
dell'Europa occidentale: Monaco, Augusta, Stoccarda, Mannheim, Magonza, Francoforte, Bruxellese Parigi (dove
soggiornarono il primo inverno), poi Londra (dove rimasero per ben quindici mesi),
quindi di ritorno attraverso L'Aja, Amsterdam, Parigi, Lione, la Svizzera e infine arrivando a Salisburgo nel
novembre 1766.
Mozart suonò nella maggior
parte di queste città, da solo o con la sorella, ora presso una corte, ora in
pubblico, ora in una chiesa. Le lettere che Leopold scrisse ad amici di
Salisburgo raccontano l'universale ammirazione riscossa dai prodigi di suo
figlio.
A Parigi incontrarono
molti compositori tedeschi e qui furono pubblicate le prime composizioni di
Mozart (sonate per clavicembalo e violino,
dedicate a una principessa reale; cfr. KV 6-9).
A Londra conobbero,
tra gli altri, Johann Christian Bach, il figlio più giovane diJohann Sebastian e una
delle figure di primo piano della vita musicale londinese: sotto la sua
influenza, Mozart compose le sue prime sinfonie (n. 1, n. 4 e K 19a). Seguì un'altra sinfonia durante il soggiorno a L'Aja, nel viaggio
di ritorno (Sinfonia
n. 5).
Dopo poco più di nove mesi
trascorsi a Salisburgo, i
Mozart partirono per Vienna nel settembre 1767, dove restarono per quindici mesi, escluso un intervallo di
dieci settimane trascorse a Brno (Brünn) e Olomuc (Olmütz) durante un'epidemia divaiolo.
Durante questo periodo Mozart compose un dramma in latino, Apollo et Hyacinthus (rappresentato in seguito per la prima
volta all'Università di Salisburgo) e un
Singspiel tedesco in un atto, Bastien und Bastienne (K 50), che fu rappresentato privatamente.
Maggiori speranze furono riposte nella prospettiva di vedere rappresentata nel
teatro di corte un'opera buffa italiana, La finta
semplice (K 51),
che tuttavia vennero deluse, con grande indignazione di Leopold.
Una grande messa solenne
(probabilmente la Messa solenne in Do minore "Weisenhausmesse", K
139) fu invece eseguita alla presenza della corte imperiale in occasione della
consacrazione della chiesa dell'Orfanotrofio. La finta
semplice venne
rappresentata l'anno seguente, 1769, nel
palazzo dell'arcivescovo a Salisburgo. In ottobre Mozart fu nominato
Konzertmeister onorario presso la corte salisburghese.
Appena tredicenne, Mozart aveva
acquisito una notevole familiarità con il linguaggio musicale del suo tempo. Le
prime sonate di Parigi e Londra, i cui autografi includono l'ausilio della mano
di Leopold, mostrano un piacere ancora infantile nel modellare le note e la
tessitura musicale. Le sinfonie di Londra e de L'Aja attestano la rapida e
originale acquisizione da parte di Mozart della musica che aveva incontrato.
Analoghe dimostrazioni provengono dalle sinfonie composte a Vienna(come la Sinfonia
n.6 e,
specialmente, n. 8),
caratterizzate da una tessitura più ricca e da uno sviluppo più approfondito.
La sua prima opera italiana, poi, mostra un veloce apprendimento delle tecniche
dello stile buffo.
Le nozze di Figaro
Le Nozze di Figaro, ossia la folle
giornata (K 492) è un'opera
lirica diWolfgang
Amadeus Mozart. È la prima delle tre opere italiane scritte dal compositore salisburghese su libretto di Lorenzo Da Ponte.
Musicato da Mozart all'età di ventinove anni, il testo
dapontiano fu tratto dalla commedia Le mariage de Figaro di Beaumarchais (autore dellatrilogia di Figaro: Il barbiere di Siviglia, Le nozze di Figaro e La
madre colpevole).
Primo atto
Il mattino del giorno delle
proprie nozze, Figaro e Susanna sono nella stanza che il Conte ha destinato
loro. Figaro misura la stanza mentre Susanna si prova il cappello che ha
preparato per le nozze."è una bella canzone che richiama i gusti soavi e
la brezza del poeta" così dice la parte centrale dell' opera in cui Figaro
si compiace della generosità del Conte, ma Susanna insinua che quella
generosità non è disinteressata: il Conte vuol rivendicare lo ius primae noctis , che egli stesso aveva abolito. Le brame
del Conte sono favorite da Don Basilio, maestro di musica. Figaro si irrita e
trama una vendetta. Anche la non più giovane Marcellina è intenzionata a
mandare all'aria i progetti di matrimonio di Figaro e reclama, con l'aiuto di
Don Bartolo, il diritto a sposare Figaro in virtù di un prestito concessogli in
passato e mai restituito. Don Bartolo, del resto, gode all'idea di potersi
vendicare dell'ex "barbiere
di Siviglia", che aveva aiutato il Conte a sottrargli Rosina, l'attuale
Contessa. Entra il paggio Cherubino per chiedere a Susanna di intercedere in
suo favore presso la Contessa: il giorno prima il Conte, trovandolo solo con
Barbarina (figlia dodicenne del giardiniere Antonio), si è insospettito e lo ha
cacciato dal palazzo. L'arrivo improvviso del Conte lo costringe a nascondersi
e ad assistere suo malgrado alle proposte galanti che il Conte rivolge alla
cameriera. Ma anche il Conte deve nascondersi a Don Basilio, che rivela a
Susanna le attenzioni rivolte dal paggio alla Contessa. Spinto dalla gelosia,
il Conte esce dal nascondiglio, poi, scoprendo a sua volta il paggio, monta su
tutte le furie. Entrano i contadini che ringraziano il Conte per aver abolito
il famigerato ius
primae noctis.
Il Conte, con un pretesto, rimanda il giorno delle nozze e ordina la partenza immediata di Cherubino per Siviglia dove dovrà arruolarsi come ufficiale del suo reggimento. Figaro si prende gioco del paggio con una delle arie più celebri dell'opera, "Non più andrai, farfallone amoroso".
Il Conte, con un pretesto, rimanda il giorno delle nozze e ordina la partenza immediata di Cherubino per Siviglia dove dovrà arruolarsi come ufficiale del suo reggimento. Figaro si prende gioco del paggio con una delle arie più celebri dell'opera, "Non più andrai, farfallone amoroso".
Secondo atto
Susanna rivela all'addolorata
Contessa le pretese del Conte. Entra Figaro ed espone il suo piano di battaglia:
ha fatto pervenire al Conte un biglietto anonimo dove si afferma che la
Contessa ha dato un appuntamento a un ammiratore per quella sera. Quindi
suggerisce a Susanna di fingere di accettare l'incontro col Conte: Cherubino
(che non è ancora partito) andrà al posto di lei vestito da donna, così la
Contessa smaschererà il marito, cogliendolo in fallo. Tuttavia, mentre il
travestimento del paggio è ancora in corso, il Conte sopraggiunge e,
insospettito dai rumori provenienti dalla stanza attigua (dove la Contessa ha
rinchiuso Cherubino), decide di forzare la porta. Ma Cherubino riesce a fuggire
saltando dalla finestra e Susanna ne prende il posto.
Quando dal guardaroba esce Susanna invece di Cherubino, il Conte è costretto a chiedere perdono alla moglie. Entra Figaro che spera di poter finalmente affrettare la cerimonia nuziale.
Irrompe però il giardiniere Antonio che afferma di aver visto qualcuno saltare dalla finestra della camera della Contessa. Figaro cerca di parare il colpo sostenendo di essere stato lui a saltare. Ma ecco arrivare con Don Bartolo anche Marcellina che reclama i suoi diritti: possiede ormai tutti i documenti necessari per costringere Figaro a sposarla.
Quando dal guardaroba esce Susanna invece di Cherubino, il Conte è costretto a chiedere perdono alla moglie. Entra Figaro che spera di poter finalmente affrettare la cerimonia nuziale.
Irrompe però il giardiniere Antonio che afferma di aver visto qualcuno saltare dalla finestra della camera della Contessa. Figaro cerca di parare il colpo sostenendo di essere stato lui a saltare. Ma ecco arrivare con Don Bartolo anche Marcellina che reclama i suoi diritti: possiede ormai tutti i documenti necessari per costringere Figaro a sposarla.
Terzo atto
Mentre il Conte si trova nella
sua stanza pensoso, la Contessa spinge Susanna a concedere un appuntamento
galante al Conte, il quale però si accorge dell'inganno e promette di
vendicarsi.
Il giudice Don Curzio entra con le parti contendenti e dispone che Figaro debba restituire il suo debito e sposare Marcellina, ma da un segno che Figaro porta sul braccio si scopre ch'egli è il frutto di una vecchia relazione tra Marcellina e Don Bartolo, i quali sono quindi i suoi genitori .
Marcellina è lietissima di aver ritrovato il figliolo, ma in quel mentre sopraggiunge Susanna con la somma necessaria a riscattare Figaro liberandolo dall'obbligo di sposare Marcellina: vedendoli abbracciati Susanna dapprima s'infuria, poi, compresa la felice situazione, si unisce alla gioia di Figaro e dei due più anziani amanti.
Marcellina acconsente alla tardiva proposta di matrimonio dallo stesso Don Bartolo e condona il debito come regalo a Figaro per le nozze con Susanna, Don Bartolo porge invece una somma di denaro; il Conte invece monta su tutte le furie.
Il giudice Don Curzio entra con le parti contendenti e dispone che Figaro debba restituire il suo debito e sposare Marcellina, ma da un segno che Figaro porta sul braccio si scopre ch'egli è il frutto di una vecchia relazione tra Marcellina e Don Bartolo, i quali sono quindi i suoi genitori .
Marcellina è lietissima di aver ritrovato il figliolo, ma in quel mentre sopraggiunge Susanna con la somma necessaria a riscattare Figaro liberandolo dall'obbligo di sposare Marcellina: vedendoli abbracciati Susanna dapprima s'infuria, poi, compresa la felice situazione, si unisce alla gioia di Figaro e dei due più anziani amanti.
Marcellina acconsente alla tardiva proposta di matrimonio dallo stesso Don Bartolo e condona il debito come regalo a Figaro per le nozze con Susanna, Don Bartolo porge invece una somma di denaro; il Conte invece monta su tutte le furie.
La Contessa intanto,
determinata a riconquistare il marito, detta a Susanna un bigliettino,
sigillato da una spilla, per l'appuntamento notturno, da far avere al Conte.
Modificando il piano di Figaro, e agendo a sua insaputa, le due donne decidono
che sarà la stessa Contessa e non Cherubino a incontrare il Conte al posto di
Susanna.
Mentre alcune giovani contadine recano ghirlande per la Contessa, Susanna consegna il biglietto galante al Conte che si punge il dito con la spilla. Figaro è divertito: non ha visto, infatti, chi ha dato il bigliettino al Conte. Poi si festeggiano due coppie di sposi: oltre a Susanna e Figaro, anche Marcellina e Don Bartolo.
Mentre alcune giovani contadine recano ghirlande per la Contessa, Susanna consegna il biglietto galante al Conte che si punge il dito con la spilla. Figaro è divertito: non ha visto, infatti, chi ha dato il bigliettino al Conte. Poi si festeggiano due coppie di sposi: oltre a Susanna e Figaro, anche Marcellina e Don Bartolo.
Quarto atto
È ormai notte e nell'oscurità
del parco del castello Barbarina sta cercando la spilla che il Conte le ha
detto di restituire a Susanna, e la fanciulla ha perduta. Figaro capisce che il
biglietto ricevuto dal Conte gli era stato consegnato dalla sua promessa sposa
e credendo ad una nuova trama, si nasconde con un piccolo gruppo di persone da
usare come testimoni del tradimento di Susanna, che ha udito non vista le
rampogne di Figaro, si sente offesa dalla sua mancanza di fiducia e decide di
farlo stare sulle spine. Entra allora Cherubino e, vista Susanna, (che è in
realtà la Contessa travestita) decide di importunarla; nello stesso momento giunge
il Conte il quale, dopo aver scacciato il Paggio, si mette a corteggiare quella
che crede essere la sua amante.
Fingendo di veder arrivare qualcuno, la Contessa travestita da Susanna fugge nel bosco mentre il Conte va a vedere cosa succede; nel contempo Figaro, che stava spiando gli amanti, rimane solo e viene raggiunto da Susanna travestita da Contessa. I due si mettono a parlare, ma Susanna, durante la conversazione, dimentica di falsare la propria voce e Figaro la riconosce. Per punire la sua promessa sposa, questi non le comunica la cosa ma rende le proprie avances alla Contessamolto esplicite. In un turbinio di colpi di scena, alla fine Figaro chiede scusa a Susanna per aver dubitato della sua fedeltà, mentre il Conte, arrivato per la seconda volta, scorge Figaro corteggiare quella che crede essere sua moglie; interviene a questo punto la vera Contessa che, con Susanna, chiarisce l'inganno davanti ad un Conte profondamente allibito. Allora questi implora con sincerità il perdono della Contessa e le nozze tra Figaro e Susanna si possono finalmente celebrare; la "folle giornata" si chiude così in modo festoso.
Fingendo di veder arrivare qualcuno, la Contessa travestita da Susanna fugge nel bosco mentre il Conte va a vedere cosa succede; nel contempo Figaro, che stava spiando gli amanti, rimane solo e viene raggiunto da Susanna travestita da Contessa. I due si mettono a parlare, ma Susanna, durante la conversazione, dimentica di falsare la propria voce e Figaro la riconosce. Per punire la sua promessa sposa, questi non le comunica la cosa ma rende le proprie avances alla Contessamolto esplicite. In un turbinio di colpi di scena, alla fine Figaro chiede scusa a Susanna per aver dubitato della sua fedeltà, mentre il Conte, arrivato per la seconda volta, scorge Figaro corteggiare quella che crede essere sua moglie; interviene a questo punto la vera Contessa che, con Susanna, chiarisce l'inganno davanti ad un Conte profondamente allibito. Allora questi implora con sincerità il perdono della Contessa e le nozze tra Figaro e Susanna si possono finalmente celebrare; la "folle giornata" si chiude così in modo festoso.
Librettista delle "Nozze
di Figaro"
Lorenzo Da Ponte
Lorenzo Da Ponte (Ceneda, 10 marzo 1749 – New York, 17
agosto 1838) è stato un librettista, poeta, scrittore, drammaturgo e professore italiano naturalizzatostatunitense.
Biografia
Nato Emanuele Conegliano da una famiglia ebraica che
viveva in un ghetto (allora a Ceneda fioriva una comunità
israelitica), figlio di Geremia (poi Gaspare), conciatore di pelli, e di
Rachele (Ghella) Pincherle, aveva due fratelli minori, Baruch (poi Girolamo,
1752-1783) e Anania (poi Luigi 1754-1781). Il 29 giugno 1763 il
padre, rimasto vedovo e desideroso di sposare una giovane cristiana, la
diciassettenne Orsola Pasqua Paietta, fece convertire tutta la famiglia: la
cerimonia fu officiata dal vescovo
di Ceneda Lorenzo Da Ponte, che secondo l'usanza
diede alla famiglia il proprio cognome e ad Emanuele anche il nome. Grazie
all'interessamento dello stesso vescovo, i tre fratelli studiarono presso il
seminario di Ceneda. Dopo la morte del prelato (1768),
Lorenzo passò al seminario di Portogruaro, dove
prima prese gli ordini
minori(1770) e
successivamente fu nominato prete (27 marzo 1773). In questo periodo cominciò a scrivere poesie in latino e
italiano, tra cui un'ode al vino, il Ditirambo
sopra gli odori.[1]
Subito dopo si trasferì a Venezia, dove
si mantenne impartendo lezioni di letteratura (latina, italiana e francese). Pur essendo prete nella chiesa di San
Luca, dimostrò un carattere libertino e condusse una vita spregiudicata; si prese
un'amante da cui ebbe due figli. Nel 1779 fu sottoposto a un processo dove
venne accusato di "pubblico concubinaggio" e "sequestro di una
donna rispettabile"; venne anche accusato di aver vissuto in un bordello
dove avrebbe anche organizzato i trattenimenti. Considerato colpevole, il 17
dicembre 1779 venne bandito per quindici anni dalla Repubblica di Venezia.[2]
Riparato a Gorizia,
allora austriaca, si
guadagnò da vivere come scrittore, appoggiandosi agli ambienti nobiliari e culturalidella città. Nel 1781 venne
chiamato a Dresda da Caterino Mazzolà, "poeta della corte" sassone, che
più tardi lavorerà allaClemenza di Tito e che lo inizia alla sua nuova attività.
Giunto a Vienna nel 1781, per interessamento di Antonio
Salieri diventa
poeta di corte dell'imperatore Giuseppe II. Va ricordato che in quegli
anni era quasi d'obbligo che le opere avessero il libretto in italiano. Da
Ponte scrisse per vari musicisti libretti che ottennero grande successo, ma tre
sono i libretti che gli
diedero l'immortalità, quelli scritti per Mozart: Le nozze di Figaro (1786) dalla
commedia di Beaumarchais, Don Giovanni (1787) (al
libretto diede qualche contributo anche Giacomo
Casanova) e Così fan
tutte (1790). Dopo
la morte di Giuseppe II nel 1790, Da
Ponte cade in disgrazia presso la corte e nel 1791 si deve
allontanare da Vienna.
Si dirige inizialmente a Praga (dove
ritrova Giacomo
Casanova) e poi a Dresda.
Dall'autunno 1792 al 1805 vive a Londra dove
scrive libretti per una compagnia operistica italiana e fa per dieci stagioni
(1794-1804) l'impresario del King's Theatre allestendo 28 prime; si sposa con Nancy Grahl, di
vent'anni più giovane. L'attività di impresario si risolve in un disastro
finanziario, che Da Ponte addebiterà nelle sue memorie al suo compagno di
affari Taylor. In
ogni caso il precipitare degli eventi lo induce a lasciare il paese per
trasferirsi negli Stati Uniti, seguito in breve dalla famiglia.
Inizialmente si stabilisce a
New York, per trasferirsi poi a Filadelfia (dove fa l'insegnante di lingua e il
negoziante) e, infine e definitivamente, a New York. Qui
apre una libreria e si dedica all'insegnamento della lingua e della letteratura italiana, fino a divenire nel 1825 il
primo professore di letteratura italiana nella storia del Columbia College
(oggi Columbia University), che ha sede a Manhattan. Dopo
il fiorentino Carlo
Bellini, dal1779 al 1803 professore
di Lingue moderne al College of William and Mary in Virginia,[3] Da Ponte fu il secondo intellettuale
italiano in assoluto ad insegnare in una università americana.
Sempre nel 1825 Da
Ponte organizza la prima americana del Don Giovanni al Park
Theatre di New York[4] e da quel momento cerca, ma con scarso
successo, di promuovere la costituzione di un primo teatro operistico,
promuovendo anche una tournée della nipote Giulia Da Ponte durante la quale vengono per la prima volta
proposte negli Stati Uniti le musiche diGioachino
Rossini. A questo scopo, invita altri musicisti italiani, tra cui Piero
Maroncelli, celebre anche come patriota, che, in esilio proprio per le sue
idee, accetta il trasferimento, con la moglie Amalia Schneider.
Dal 1823 al 1827 pubblica
le sue Memorie in 3 volumi; una loro stesura definitiva
viene redatta dal 1829 al 1830. Nel 1828, a settantanove anni di età, viene naturalizzato cittadino
degli Stati Uniti d'America. Dalle Memorie è stata tratta recentemente una lettura
teatrale da parte dell'artista David
Riondino, musicata dal pianista Stefano
Bollani. Come già Mozart, anche il suo luogo di sepoltura non è noto:
sepolto nel vecchio cimitero cattolico di Manhattan,
dietro la Old Saint Patrick's Cathedral di Mulberry Street (nella Little
Italy), i suoi resti si mescolarono ad altri quando, nel 1848, le salme furono trasferite al nuovo cimitero del Calvario a Queens,
dove oggi lo ricorda un cenotafio.
Come era costume dell'epoca, le
opere di Da Ponte sono quasi tutte adattamenti di testi pre-esistenti, tranne
due eccezioni. Ad esempio, Le
nozze di Figaro, sono basate su una trama di Pierre Beaumarchais, come Axur re d'Ormus,
scritta per Salieri. Le due eccezioni sono L'arbore di Diana, e Così fan tutte, un
lavoro originale scritto inizialmente con Salieri e terminato con Mozart.
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