Manuel de Falla, nato a Cadice nel 1876 e morto
ad Alta Gracia, Argentina, nel 1946, è il più grande compositore spagnolo dei tempi moderni ed il
maggior esponente dell’espressionismo musicale. Le
sue composizioni per chitarra sono identificate come pietra miliare per la
nascita della chitarra moderna classica, sia per il loro utilizzo timbrico sia
per avere conferito una sorta di rinnovata nobiltà allo strumento.
Allievo di Felipe Pedrell, fu da lui invogliato
all’approfondimento del patrimonio musicale autoctono iberico ed influenzato
nell’aspetto evocativo ed organizzativo formale. La sua personalità lo spinse
ad essere un perfezionatore instancabile.
Grazie alle sue opere da camera, nel corso
della sua carriera ricevette diversi premi e riconoscimenti, come il concorso di composizione indetto dalla "Academia de Bellas Artes" con
l'opera "La vida breve" nel
1906; tuttavia, l'opera non viene rappresentata
nonostante il premio ne prevedesse l'esecuzione, allora Falla decide di
lasciare Madrid per recarsi a Parigi.
Qui entra in contatto con i compositori più
illustri dell’epoca, guadagnandone la stima, quali Dukas, Ravel e Debussy.
Quest’ultimo gli indica la strada maestra da seguire per lavorare sulla
raffinatezza timbrica e gli suggerisce la riscopertadel cantejondo, di cui la sonorità della chitarra rappresenta l’espressione
strumentale massima.
Durante gli ultimi mesi del suo soggiorno parigino,
nel 1914, De Falla scrisse un’importante opera per voce e pianoforte: “Siete canciones populares españolas”,
rilasciate poi nell’ateneo di Madrid l’anno successivo, in omaggio a Turina. La
prima esecuzione vide alla voce Luisa Vela, accompagnata dall’autore stesso al
pianoforte. Secondo la testimonianza di Maria Lejarraga , la prima fu
un fallimento inaspettato: ".
... sono stati ricevuti da lui [il pubblico] con apparente freddezza, cortesie
un po'sprezzanti ed assoluta incomprensione". Probabilmente il
pubblico di Madrid aspettava qualcosa di più "internazionale" e meno
"pittoresco" di un De Falla cosmopolita,
di ritorno da Parigi con i riconoscimenti del
successo de “La vita breve”. Ben
presto, però, i brani acquistano enorme popolarità, affermandosi come il più
diffuso e migliore dei lavori di De Falla.
Le Sette
canzoni sono opere d'arte originali, squisitamente modulate, in cui i
dettagli raffinati non mettono in secondo piano il significato degli antichi
valori profondamente radicati nella cultura popolare.
Il preziosismo e la minuziosità dell’autore
fanno si che le linee melodiche di derivazione folkloristica, opportunamente
rimodulate, possano essere abbellite con un insuperabile accompagnamento
dall’apparente semplicità, ma capace di trasformare il brano popolare di per sé
semplice in un oggetto di culto universale.
Ispirati alle diverse regioni della Spagna, i
sette brani che compongono la collezione costituiscono un insieme equilibrato
ed omogeneo, un mosaico in cui ogni tessera viene inserita in modo accurato e
armonioso nell'intero complesso. Le Siete
canciones populares españolas, dedicate ad Ida Godovska (consorte
del famoso pittore José Maria Sert, amico di De Falla) non sono state pubblicate
fino al 1922 e fu un tale successo che si diffuse rapidamente e diede il via alle
solite trascrizioni.
Ascolta questo brano
Tutte le canzoni sono presentate nella tipica
forma del lied, ma nella versione
per violoncello e pianoforte di Maurice Marechal aggiunge la sezione coro e distico,
ancora una volta per spostare il tema nell’ottava superiore al violoncello,
prima della fine della coda . Un'altra variante è il trasporto
di ogni canzone un tono più in basso, per fornire maggiore possibilità espressiva
al violoncello.
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